Dal territorio, l’unicità dei nostri capi
Daniele Del Genio - Presidente CNA Puglia
Secondo le ultime ricerche del CNR, le più sostenibili reti per la produzione di cozze tarantine, che da poco sono riuscite a divenire presidio Slow Food, quindi un asse lungo il quale immaginare uno sviluppo economico e sociale del territorio, dovrebbero essere prodotte dalla sisal, una fibra che si estrae dall’agave, una pianta che era aliena, in Puglia, fino a poco tempo fa, ma che a causa del cambiamenti climatici ha subito una certa diffusione. La fibra sisal unisce capacità di resistenza e di sostenibilità, è la migliore soluzione, secondo i ricercatori, per continuare a produrre mitili di alta qualità e non impattare sull’ecosistema, sempre più fragile, dei nostri mari.
La vicenda delle cozze di Taranto offre l’opportunità per inquadrare in quale direzione deve muoversi la manifattura pugliese, ritrovando e rinnovando un rapporto con il territorio che sia simbiotico. L’industria, nella sua declinazione artigianale, intesa come la dimensione produttiva di una comunità, prende dal territorio (materie prime, intelligenze, opportunità, spazi, incentivi) e restituisce (prodotti, servizi, visibilità, storie). Ogni nostro capo è la sintesi del territorio dove viene prodotto. Occorre mettere in chiaro e evidenziare queste connessioni, questo impianto radicale. È questa la vera novità rispetto a quanto accaduto quasi vent’anni, quando fu superato il famoso “accordo multifibre”, che aprì le porte (d’uscita) per la produzione all’estero – nei paesi emergenti – lasciando in Puglia solo macerie. Abbiamo però superato quel momento grazie soprattutto agli imprenditori che decisero di non puntare sulla quantità, ma sulla qualità. Sulla loro unicità.
Occorre investire in questa direzione, in una strategia che unisca la nostra capacità produttiva e di progettazione, la nostra creatività, il territorio da cui prendiamo linfa, e la nostra tradizione, ma con lo sguardo rivolto ad un orizzonte che è il mondo intero. Possiamo e dobbiamo farlo. E se abbiamo ancora dei dubbi, dovremmo guardare ai grandi brand del lusso che hanno già puntato sulla nostra regione, e non solo come scenografia per le sfilate, ma anche per la nostra capacità produttiva, creativa, imprenditoriale. Se la Puglia fa sistema, può affrontare le sfide che pone oggi il mercato anche con una certa ambizione. Ce lo meritiamo